Se avvenisse ora, in questo momento, qual è la prima cosa a cui pensereste? Al destino dell’umanità? Alle scorte di cibo? Vi nascondereste dentro le vostre piccole case pensando che non ci sia luogo più sicuro? E in effetti così è, la chiamate casa. Ma vi fa davvero sentire al sicuro? O forse sono le persone che vi ci abitano a farvi sentire così?

Abito da sola. Da quasi due anni. Prima di allora ho sempre vissuto con altre persone, volute, poi non volute, obbligata dagli eventi, o perché non avevo soldi. La convivenza con altre persone mi è sempre stata difficile e l’ho capito quando finalmente ero sola. Ero già cresciuta e avevo già vissuto le prime esperienze principali nella vita di un uomo, eppure non avevo mai avuto il coraggio di stare da sola. Ho poi scoperto la libertà da tutte quelle maschere che ero costretta a portare in presenza di altri. Un meccanismo naturale di autodifesa, a volte più subdolo, a volte più evidente, pesante da sostenere. Un involucro in cartapesta: granuloso, liscio, morbido, ammaccato, bianco di vernice, nero come uno schermo, ci ho disegnato quello che gli altri volevano vedere. Eppure in un certo senso intuivo attraverso l’epidermide che loro mi percepivano inautentica. Non sapevano spiegare il perché ed io non capivo perché lo facessi. Per sentirmi al sicuro nella mia pelle? Per non farmi vedere davvero?
Lascia un commento