Autore: ondelunari

  • Ricordo tattile

    Studio di un’illustrazione di PHAZED

    C’è una calma che non somiglia a nessun’altra, quella che nasce dal calore di una pelle che riconosce la tua.

    Una carezza non è solo un gesto: è un’eco del respiro dell’universo, una memoria di stelle, la promessa che, per un istante il mondo può smettere di pensare.
    Nel tocco c’è la lingua segreta dei corpi, fatta di impulsi che la mente non sa tradurre ma che il cuore comprende, selvaggiamente.

    Quando le dita scorrono lungo la schiena, non accarezzano solo la carne: cercano radici, ricordano tempi in cui bastava un abbraccio per sentirsi al sicuro da tutto ciò che era fuori. È un ritorno, non a una persona, ma a uno stato dell’anima: quello in cui non esiste paura, solo respiro condiviso.

    Eppure c’è qualcosa di indomabile in quel conforto.
    Perché ogni carezza è anche fame, richiamo di vita, desiderio di appartenere e di perdersi allo stesso tempo. È la pace che graffia, la quiete che pulsa sotto la pelle, come se il mondo intero fosse racchiuso in quel breve contatto.

    Forse è questa la rivelazione inattesa: sapere che un solo tocco può far tacere il frastuono del tempo e riportarti, anche solo per un attimo, alla tua forma più vera.

  • Oceano cosmico

    Wheathering with you

    Vieni qui sotto, nel profondo oceano cosmico. Oppure più in su, dove il suono scompare. Galleggiare. Possiamo solo galleggiare tra il buio più buio e la luce più luce.

  • Luna Oscura in Vergine

    Carl and Amanda Ravencroft Tysowski
    Carl and Amanda Ravencroft Tysowski

    La luna nuova è associata ai nuovi inizi ed è il momento ideale per le nuove intenzioni. Questo mese ne ha due e la seconda viene chiamata oscura.

    La Luna Oscura simboleggia l’aspetto più oscuro e “inconsapevole” della nostra personalità umana, le pulsioni profonde e gli aspetti ribelli che richiedono di essere portati alla luce per essere compresi e non distruttivi. 

    Da qualche tempo rifletto sull’esistenza dell’ombra. Secondo Jung, l’Ombra è l’archetipo che rappresenta tutto ciò che l’individuo rifiuta, nasconde e non riconosce di sé stesso, inclusi aspetti istintivi, primitivi e a volte negativi, che sono stati rimossi dalla coscienza perché ritenuti inaccettabili o moralmente non conformi. Nonostante sia percepita come un lato “oscuro”, l’Ombra può contenere anche potenzialità positive e la sua integrazione è fondamentale per il processo di individuazione, ovvero il raggiungimento della totalità e dell’autenticità del Sé.

    È una componente fondamentale della psiche anche se ci spaventa e può portare a vergogna e senso di colpa. Allo stesso tempo credo che sia la parte di noi meno attaccata al nostro ego, se vissuta positivamente. Credo che la differenza sia proprio questa: quanto permettiamo alla nostra ombra di essere attaccata al nostro ego e alla percezione che hanno gli altri di noi? Quanto invece si allinea ai nostri valori e ai nostri desideri? Finché i nostri principi ci fanno stare bene con noi stessi non credo che ci sia pericolo che l’ombra ci faccia del male. Anzi a volte sono proprio quei comportamenti impulsivi che ci salvano da situazioni apparentemente senza via d’uscita.

    Vi racconto come la mia ombra mi ha messa sia in pericolo e allo stesso tempo salvata. Ve la racconto tramite una storia metaforica perché la vicenda reale mi spaventa ancora.

    Storia in arrivo a breve.

  • Invasione aliena

    Se avvenisse ora, in questo momento, qual è la prima cosa a cui pensereste? Al destino dell’umanità? Alle scorte di cibo? Vi nascondereste dentro le vostre piccole case pensando che non ci sia luogo più sicuro? E in effetti così è, la chiamate casa. Ma vi fa davvero sentire al sicuro? O forse sono le persone che vi ci abitano a farvi sentire così?

    silhouette photography of person

    Abito da sola. Da quasi due anni. Prima di allora ho sempre vissuto con altre persone, volute, poi non volute, obbligata dagli eventi, o perché non avevo soldi. La convivenza con altre persone mi è sempre stata difficile e l’ho capito quando finalmente ero sola. Ero già cresciuta e avevo già vissuto le prime esperienze principali nella vita di un uomo, eppure non avevo mai avuto il coraggio di stare da sola. Ho poi scoperto la libertà da tutte quelle maschere che ero costretta a portare in presenza di altri. Un meccanismo naturale di autodifesa, a volte più subdolo, a volte più evidente, pesante da sostenere. Un involucro in cartapesta: granuloso, liscio, morbido, ammaccato, bianco di vernice, nero come uno schermo, ci ho disegnato quello che gli altri volevano vedere. Eppure in un certo senso intuivo attraverso l’epidermide che loro mi percepivano inautentica. Non sapevano spiegare il perché ed io non capivo perché lo facessi. Per sentirmi al sicuro nella mia pelle? Per non farmi vedere davvero?